Il decreto sicurezza approvato dalla Camera e dal Senato: il testo diventa legge. Ecco cosa prevede il documento proposto dalla Lega di Salvini.
Approvato al Senato e alla Camera, il decreto Sicurezza diventa legge. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha presentato il provvedimento come un evento rivoluzionario che cambierà il Paese contribuendo a una maggiore sicurezza in Italia. Ma cosa prevede il decreto sicurezza.
Decreto Sicurezza: capitolo immigrazione
Il decreto Sicurezza prevede innanzitutto una stretta sui migranti, sia per quanto riguarda i permessi di soggiorno che per quanto riguarda le modalità di revoca del diritto di cittadinanza.
Per quanto riguarda i permessi di soggiorno, il decreto cancella il diritto per motivi umanitari che consisteva in un assistenza biennale da parte dello Stato. L’avente diritto riceveva accesso al servizio sanitario e aveva a disposizione una corsia preferenziale per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Questo permesso è sostituito da quello per protezione speciale che ha invece durata di un anno. Il decreto Sicurezza e Immigrazione prevede inoltre l’entrata in vigore di permessi per calamità naturale – nel paese di origine del richiedente -, per gravi condizioni di salute, per particolare valore civile e per i casa speciale, concesso alle persone vittime di sfruttamento o violenze.
Il decreto Sicurezza prevede la proroga dei tempi di accoglienza nei centri di permanenza. Si passa da novanta a centottanta giorni. Inoltre il provvedimento stabilisce che al Viminale siano stanziati nuovi fondi per i rimpatri.
Il diritto di soggiorno decade in caso di condanna definitiva per reati di spaccio, violenza sessuale, rapina ed estorsione. Risaltano anche casi limite particolari come la mutilazione dei genitali. La protezione sarà inoltre revocata alle persone che, presentata richiesta di asilo, fanno ritorno al proprio paese di provenienza senza una valida e dimostrabile motivazione.
Decreto Sicurezza: maggiore sorveglianza nelle città
Per quanto riguarda la gestione della cosa nostra, ossia degli affari interni, il decreto Sicurezza prevede l’estensione del Daspo che interesserà anche le persone sospettate di attività terroristica e quelle sospettate di essere una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini.
Per quanto riguarda gli stadi, le società calcistiche saranno chiamate a versare parte degli introiti del botteghino per far fronte alle spese sostenute dal Viminale per il mantenimento dell’ordine pubblico.
Restando invece al tema terrorismo, il provvedimento impone alle attività che si occupano del noleggio delle auto di comunicare, con netto anticipo rispetto alla consegna, le generalità delle persone che hanno stipulato un contratto per l’affitto di un veicolo. I dati saranno analizzati dalle Forze dell’Ordine.
Al fine di ridurre il rischio di attentati con veicoli lanciati sulla folla, i gestori delle attività di autonoleggio saranno tenuti (articolo 17) a comunicare – alla stipula del contratto e comunque con “congruo anticipo” rispetto alla consegna – i dati identificativi dei clienti alle forze di polizia per i controlli incrociati nelle banche dati.
Il decreto prevede la reintroduzione del reato di blocco stradale e la riorganizzazione delle risorse per la gestione dei beni e degli immobili sequestrati alla mafia.